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27 set 2012

La vampira del Raval: Enriqueta Martí

Enriqueta Martí seminó di terrore nella Barcellona del 1912. Sequestrava, prostituiva e assassinava bambini dai quali estraeva sangue, grasso e midollo delle ossa per elaborare pozioni che i suoi clienti consideravano magiche. 

Dietro il nome di Enriqueta Martí si nasconde una delle personalitá piú atroci della cronaca nera di Spagna fu battezzata come la Vampira del Carrer Ponent (oggi Jaquin Costa).

Enriqueta aveva doppia vita.

Di giorno mendicava per le vie del Raval e portava per mano bambini che diceva essere suoi figli; di notte vestiva abiti lussosi e frequentava luoghi come il Teatro Liceu o il Casinó de la Arrabassada.

E´ probabile che in questi ambienti incontrasse clienti ai quali offriva i bambini per prestazioni sessuali e quindi fonte di guadagno con la quale si poteva permettere la doppia vita.

Fu arrestata una prima volta nel 1909, dove scoprirono che in casa sua, alla Calle Minerva, gestiva un prostibulo di minori di ambo i sessi, ma la cosa finí in bolle di sapone perché la Martí conosceva una persona importante che fece insabbiare tutto.
Enriqueta Martí, prima di divenire la vampira, quando aveva 20 anni, si prostituiva nella parte vecchia del porto.
Il 27 febbraio del 1912 fu arrestata per il rapimento di una bambina, l'ultima, che per miracolo si salvó, si chiamava Teresita Guitart Congost, e aveva poco piú di cinque anni.
Dopo il suo arresto, nell'abitazione di Calle de Ponent n.29, vennero alla luce i resti dei corpi delle sue piccole vittime, sacchi pieni di resti umani, capelli e bottiglie piene di sangue coagulato e grasso.
Furono raccolte prove e testimonianze, ma il processo non si celebró mai.
Fu detenita nel carcere della Reina Amalia, dove fu trucidata dalle compagne di cella che non le perdonarono quello che aveva fatto a quei poveri bambini.
Sulla Vampira furono scritti vari libri e presto ci sará anche un film che parlerá della vita di questa donna che di umano, aveva ben poco

Enriqueta Martí, la vampira del Raval, Barcelona

Una delle sue dieci vittime

Un'altra delle sue dieci vittime

Altre quettro delle sue dieci vittime

Ritrovamento di resti umani al Carrer Ponent (oggi Carrer Jaquin Costa, Ronda Sant Antoni)




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23 set 2012

Ramón Berenguer III e i giganti della Mercé, Barcelona


Statua equestre di Ramon Berenguer III, Conte di Barcellona, chiamato El Grande (1082-1131), Via Laietana

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Berenguer III osserva i Giganti alla festa della Mercé 2012

20 set 2012

Si vende...a Barcelona

Nel barrio del Borne, dove una volta si bruciavano le streghe, fra l'Eixample e il Porto, in un labirinto di viuzze, tra il medievale, l'antico e il nuovo, c'é in vendita una casa, se a qualcuno interessa c'é´anche il numero di telefono, una rinfrescata ai muri, qualche ritocco alla facciata e il gioco é fatto.

Ottima vista sulla strada

L'entrata

Vetri colorati a Barcelona

All'incrocio delle calles Diputació e Bruc, si incontra questa bellissima casa appena ristrutturata dove hanno chiuso i balconi con bellissime vetrate colorate dietro a ringhiere in ferro battuto originali dell'epoca (metá '800)



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17 set 2012

Plaza de España, ieri e oggi, Barcelona


C'era una volta, verso la metá del 1800, una croce proprio dove ore c'é la fontana, una croce che diede il nome all'attuale Calle della Creu Coberta e che era la vecchia strada per Madrid.






Plaça de España fu costruita l'anno 1929 durante la Esposizione Internazionale ed ha una superficie di 34 mila metri quadrati, la seconda piazza piú grande di Spagna dopo Plaça Catalunya






E´ un importante snodo di transito della cittá; in essa confluiscono l'Avenida Parallel, la Gran Via delle Cortes Catalanes, l'Avenida Maria Cristina, la Calle Creu Coberta e la Calle Tarragona. 

Pensata e progettata come snodo fra la cittá di Barcellona e il Baix Llobregat da Cerdá (lo stesso che disegnó l'eixample), fu pensata ispirandosi alla Piazza di San Pietro di Roma, opera del Bernini.

Esposizione Internazionale del 1929 foto di Josep Badosa e Montmany de l'Avenida Maria Cristina


La fonte al centro della piazza, di ispirazione classica, rappresenta una allegoria poetica alla Spagna. In essa vengono rappresentati i mari che rodeano la Penisola Iberica; inoltre intorno al corpo centrale ci sono tre colonne con diverse figure ed emblemi che simbolizzano la Religione (una croce), l'Eroismo (una spada), e l'Arte (un libro).

La fontana, con le sue allegorie, e dietro le Torri veneziane foto di Re Nato


All'inizio dell'Avenida Maria Cristina, che conduce al Montjuic, ci sono due torri di chiara matrice italiana ispirate al Campanile di San Marco di Venezia.

La Fiera di Barcellona (particolare) al tramonto

Le Torri, viste dalla scalinata della Fiera dalla Gran Via
Hotel Catalonia `Palace

Le Torri, viste da Creu Coberta
Particolare dell'Hotel Catalonia Plaza visto da Calle Creu Coberta


Il 24 marzo del 2011 venne inaugurato il centro commerciale Las Arenas, dove una volta c'era la Plaza de Toros de Las Arenas, inaugurata il 29 giugno 1900 e dove il 19 giugno 1977 si celebró l'ultima corrida, perché la tauromaquia fu proibita in tutta la Catalunia.

Con i suoi 16mila posti e 52 palchi d'onore, era l'Arena per eccellenza di Spagna.

Nel 1949 venne costruito un velodromo smontabile in legno di 150 metri che permetteva prove di ciclismo in pista.
Incredibile immaginare che l'intera struttura fu sollevata e sorretta su pilastri per dare maggior volume al centro commerciale e con un grande tetto a forma di cupola, opera dell'architetto Richard Rogers.


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foto 1,2,3 i pilastri che sorreggono la struttura
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L'entrata, in stile andaluso




10 set 2012

La leggenda del Convento di San Josep de la Rambla (sec.XVI-1835), Barcelona

Plano de la Rambla, 1807, con la situación de los conventos en aquel momento Arxiu Històric de la Ciutat, Barcelona

Dove oggi c'é il Mercato di San Josep, meglio conosciuto come la Boqueria, una volta c'era un convento: il convento di San Josep de la Rambla, primo convento di carmelitani scalzi di Barcellona, inaugurato da Padre Roca il 25 gennaio 1586, con il permesso di Re Filippo II.
La comunitá religiosa era formata da una cinquantina di fraticelli che vissero una vita alquanto austera. Tagliati fuori dal mondo, potevano uscire dal convento solo per opere sociali e aiuti alla popolazione, come avvenne durante la peste di Barcellona l'anno 1588 e 1589 dove morirono cinque carmelitani, e lo stesso si ripeté l'anno 1621 e 1821 dove persero la vita una dozzina di carmelitani.
La comunitá di San Josep era anche famosa per la zuppa che distribuiva ai poveri della cittá, cosí come l'istruzione che cercavano di impartire ai bambini raccolti per la cittá.
Durante una rivolta popolare, il giorno di San Jaume l'anno 1835, una fiumana di gente inferocita va a  distruggere tutti i conventi che incontrano durante il loro cammino, senza risparmiare il convento di San Josep che tanto bene aveva fatto alla popolazione.
I saccheggi continuarono fino al giorno dopo, non si contarono quanti fraticelli furono trucidati dal popolo, fino a scomparire definitivamente un mese dopo.
Il comune di Barcellona decise, quindi, di trasformare quello spazio in mercato e il 19 marzo 1840 si posava la prima pietra del futuro Mercato de la Boqueria.


Fachada de la iglesia de Sant Josep, sin fecha Detalle del "Plànol de les Rambles, des de Sant Josep a la del Centre" Arxiu Històric de la Ciutat, Barcelona

Narra la leggenda...
L'accattivante Mercato de la Boqueria, o de san José, fu innalzato sopra le rovine del convento dei Carmelitani Scalzi di San José, i piú ostili fra tutti. E corre la voce che tra le sue mura succedevano fatti sinistri. Negli ultimi anni dell'esistenza del convento, i frati di San Jose non compivano tutte le prorpie regole dell'ordine e quel fatidico anno 1835 la goccia che fece traboccare il vaso fu la decisione di non celebrare la vigilia della propria patrona, la Virgen del Carmen. L'unico che si oppose a questa decisione fu un giovane frate ordinato da poco che manifestó il suo disappunto al padre priore augurando quanto di peggio a tutto il convento e chi ci abitava! Il padre priore, in sostanza, gli rispose che giá bastava e avanzava quello che giá facevano per conquistarsi un posto in Paradiso.
Alle prime ore della notte del giorno seguente, mentre tutti dormivano sogni beati (é proprio il caso di dirlo!)cominciarono a sentirsi strani rumori, come un eco lontano, che entrava fra le mure dei corridoi, delle scale, dentro il refettorio e nel claustro, fino a giungere alle celle dei fraticelli. Era il suono di una serie di voci gravi e lontane che sembrava provenire da un abisso trasformandosi in un suono assordante, un grido di voci profonde e solenni intonava versi e salmi in un tono macabro.
Tutti i fraticelli si svegliarono e corsero verso la chiesa, da dove provenivano quelle voci.
Quando giunsero, videro che il centro della chiesa era pieno di ombre che cantavano. Erano magri,smunti, avvolti dai loro sai impolverati, la faccia descarnata seminascosta dai loro cappucci, ma non abbastanza per vedere i loro occhi bianchi e le loro ossa che sporgevano da qui cenci, e le mani scheletriche con le ossa bianche e lunghe che reggevano antichi libri di preghiere. 
Impauriti e sorpresi, i frati aspettarano che il canto finisse, quindi ognuna di quelle ombre che cantavano prese una candela, e la solenne quanto funerea comitiva in fila indiana si diresse verso il cimitero del convento, avvolta dal fumo delle candele e dal tanfo dell'Inferno.
Quando arrivarono al cimitero, ognuno di loro aprí un sepolcro all'altezza della tomba e sotto la pallida luce della luna e i fiochi bagliori delle candele che ancora reggevano in mano,  si mostravano le fosse profonde e buie dove ognuna di quelle anime, dannate o no, entrarono dopo avere spento le candele e chiuso il sepolcro con la lapide !
Tramortiti dalla paura, i frati (quelli vivi), rientarno in chiesa e con loro stupore e orrore, trovarono il cadavere di un loro fratello proprio nel cuore della chiesa. Era il frate che aveva maledetto il giorno prima il convento!
Dieci giorni piú tardi, il 25 luglio 1835, una folla inferocitá assaltó il convento dei frati, lo incendió e massacró tutti i frati che non erano riusciti a sottrarsi a quella furia omicida.
Da allora, la leggenda narra, che la notte del 15 luglio di ogni anno, vigilia della Virgen del Carmen, si sentano strani canti provenire dall'interno del Mercato de la Boqueria.
In effetti si sentono piú di un canto, ma sono i canti di un numero imprecisato di ubriaconi, per lo piú turisti, che bivaccano per la Rambla nelle calde notti d'estate (liberamente tradotto dal blog di Sylvia Lagarda-Mata Fantasmes de Barcelona)


Fachada de Sant Josep Publicado por Gaietà Barraquer en Las casas de religiosos en Cataluña durante el primer tercio del siglo XIX


(...)La entrañable Mercado de la Boquería, o de San José, fue levantado sobre las ruinas del convento de los Carmelitas Descalzos de San José, uno de los que despertaba más hostilidad. Y es que corría la voz que tras sus muros sucedían hechos siniestros. En los últimos años de la existencia del convento, los frailes de San José habían relajado el cumplimiento de las prescripciones propias de la orden y aquel fatídico año 1835 la situación llegó al pleno cuando la comunidad deliberó de no celebrar las vísperas de su patrona, la Virgen del Carmen. Un fraile joven ordenado hacía poco fue el único que se atrevió a manifestar ante el padre prior su desacuerdo, y auguró que el descrédito moral caería sobre el convento, si no algo peor. Pero el prior apresuró a quitárselo de delante, argumentando que con la vida que llevaban ya bastante que tenían el cielo ganado.
Al día siguiente por la noche, a la hora prima, mientras la comunidad dormía tranquilamente, un acuerdo lejano, como el murmullo de un remotísimo eco, empezó a flotar en el aire, a deslizarse por los pasillos, por las escaleras , por el refectorio y el claustro, hasta llegar a las celdas silenciosas. Era el rumor de un conjunto de voces graves y distantes que parecía surgir de un abismo e iba acrecentándose, elevándose, hasta convertirse en un sonido ensordecedor, un grito de voces profundas y solemnes que entonaban versículos y salmos en un tono de lamento desesperado. Todos los frailes se despertaron sobresaltados y corrieron hacia la iglesia, que era de donde provenía el sonido.
Allí descubrieron que el corazón estaba lleno de frailes que cantaban. Frailes flaco, mal envueltos en los jirones de hábitos polvorientos, con los rostros medio ocultos por las capuchas, pero no lo suficiente como para que no se vislumbran entre aquellos harapos las pálidas osamentas de las calaveras, las cuencas vacías de sus ojos muertos , y sobresaliendo por las mangas descoloridas y llenas de moho, los largos dedos de sus manos de hueso, descarnadas, sujetando los libros de oraciones.
Llenos de sorpresa y temor, los hermanos esperaron el final del cántico de las almas. Entonces cada fraile del corazón encendió una vela y, en fúnebre y solemne comitiva, se dirigieron canturreando hacia el cementerio de la comunidad. Allí, los hermanos de la congregación descubrieron los sepulcros con las lápidas alturas, mostrando el insondable y macabra oscuridad de las fosas mortuorias, donde se iban introduciendo los espectros de los frailes muertos, después de apagar las velas y antes de que las losas se cerraran de nuevo sobre ellos.
De regreso a la iglesia, los Carmelitas encontraron un hermano muerto en el centro del corazón: era aquel que el día antes había pedido al prior que reconsiderara su decisión si no quería verter sobre el convento alguna terrible adversidad!
Diez días después, el 25 de julio de 1835, una multitud fuera de control asaltó, entre otros, el convento de los Carmelitas Descalzos de San José, la incendió y asesinó aquellos religiosos que no fueron lo suficientemente rápidos en huir.

Desde entonces, ya pesar de las modificaciones que ha sufrido el lugar, se dice que la noche del 15 de julio de cada año, víspera de la Virgen del Carmen, se sienten en el dormido Mercado de la Boquería rumores de pisoteo y cánticos de procedencia desconocida (http://fantasmesdebarcelona.blogspot.com.es/search/label/Mercat%20de%20la%20Boqueria)





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Bar Canaletas (1916-1982), Rambla de las Canaletas, Barcelona

Il Gran Bar Canaletas oggi non esiste piú, al suo posto c'é Burger King.

Fondato nel 1916 da Esteve Sala, il bar era un punto di incontro nella Rambla; situato di fronte all'ominima Font de Canaletes, con il suo caratteristico bancone semicircolare chiamato 
la piscina, offriva tapas, panini e caffé, fino al 1979, quando la catena di hamburger Burger King non decideva di comprare il locale e riformarlo da capo a piedi, cancellando un locale storico di Barcellona e aprirlo nel 1982, dove c'è tutt'ora.
Del vecchio bar rimane poco, solo i balconi e qualche specchio.


Rambla de Canaletas, donne alla fonte

Bar Canaletas, 1922

Bar Canaletas

Bar Canaletas

Bar Canaletas, interno

Bar Canaletas, interno e bancone semicircolare chiamato la piscina



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Cartoline d'epoca de Las Ramblas, Barcelona

La Rambla fino alla metá del XIX secolo era un torrente, il torrente Malla, che percorreva la cittá dentro le sue muraglie esagonali. 

La Rambla, per tradizione, inizia da Plaça Catalunia e termina nella Plaça Portal de la Pau, dove c'é il monumento a Colombo, anche se la numerazione delle case inizia dove finisce.

La Rambla, chiamata Las Ramblas, al plurale, é formata da cinque nomi che la caratterizzano.
La prima, Rambla de Canaletas, deve il suo nome all'omonima Fonte de Canaletas. Secondo una credenza popolare, chi beve da questa fonte tornerá sempre a Barcellona.
Il secondo tramo é la Rambla de los Estudios, nome che le viene dato per un palazzo costruito a metá del XV secolo, El Estudio General o Universidad, che Felipe V soppresse, per dare spazio ad una caserma militare anch'essa demolita nel 1843.
Il terzo tramo é la Rambla de San Jose perché una volta c'era un convento che si chiamava cosí, ma questo pezzo della Rambla é meglio conosciuto come Rambla de les Flores, perché nel secolo XIX era l'unico luogo della cittá dove si vendevano fiori.
Seguendo inizia la Rambla del Centro o Rambla de Los Capuchinos, per l'antico convento di Frati Cappuccini che c'era in quella zona.
L'ultimo tramo della Rambla, prima di giungere ai piedi di Cristoforo Colombo, é la Ramba di Santa Monica cosí chiamata per l'omonima parrocchia degli Agostini Scalzi.



Rambla de Canaletes, Font de Canaletes

Rambla de Canaletes

Gran Bar Canaletas, oggi scomparso (missing!)

Grandi Magazzini el Siglo, Rambla de los Estudios - scomparsi (missing!) - clicca sull'immagine

Plaza del Buonsuccess, Rambla de Los Estudios

Di passeggio, Rambla de Los Estudios

A passeggio fra le due Ramble, Canaletas e Estudis

Rambla de San Jose (de les flores), mercato

Rambla de San Jose (de les flores), Plaza San Agustin

Rambla de San Jose (de les flores), si vendono e si comprano fiori

Rambla de San José, tutti in posa per la foto

Rambla de San José y de las Flores


Rambla de San José y de las Flores, cartolina del 1907

Rambla de San José y de las Flores, presepio (a destra in basso)

Rambla de San José y de las Flores, sul fondo Pla de la Boqueria

 Rambla del Caputxins (del Centro), Plaza Reial

 Rambla del Caputxins (del Centro), Plaza Reial

 Rambla del Caputxins (del Centro), Calle de Fernando VII, oggi Carrer Fernad

 Rambla del Caputxins (del Centro), Calle de Fernando VII, oggi Carrer Fernad


Rambla de Capuchinos, niente a che vedere con il cappuccino!

Rambla de Capuchinos

Rambla de Capuchinos, Teatro Liceu

Rambla de Capuchinos, Teatro Liceu

 Rambla de Santa Monica, urinario del 1910, oggi scomparso (missing), si piscia in mezzo alla strada !

 Rambla de Santa Monica, Plaza del Teatro

 Rambla de Santa Monica

 Rambla de Santa Monica


 Rambla de Santa Monica




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