Non entrate al Raval!
Avvertiva qualche tempo fa la famosa guida turistica Lonelys Planets, e a continuazione descriveva tutto quello che di marcio c'era al Raval: prostituzione, delinquenza, emarginazione, sporcizia.
Oggi molte cose sono cambiate, ma il Raval rimane ancora un quartiere a rischio, dove impera la prostituzione a cielo aperto e dove la delinquenza abbonda.
Chiamato Barrio Chino dal 1925 grazie ad un reportage di un periodista de El Escandalo, che paragonava l'emarginazione delle chinatowns delle citté del nord America, al Raval si andava per frequentare i prostibuli e le prostitute.
Per andare con una prostituta era obbligatorio passare per una delle tante cliniche di gomas y lavaje, cioé una clinica dove si compravano preservativi e dove veniva praticata una sorta di disinfestazione al pene che consisteva in un lavaggio con permanganado di sodio all'interno del pene stesso.
Alle donne, per evitare di rimanere in stato interessante, venivano fatte una inizione mensile di douginon e una di apolina chapoteaud per provocare le mestruazioni.
Clienti illustri della clinica La Japonesa, della Calle Arc del Teatre, furono Salvador Dalí, Ava Gardner, Luis Dominguin che compravano preservativi e oggetti virili di gomma.
Poi, il 3 marzo del 1956, con un Decreto Legge che obbligava la chiusura dei prostibuli, la prostituzione si espanse nelle vie, fino ad arrivare agli anni 60-70 dove tutti i locali iniziarono a chiudere i battenti, e di tutte le cliniche e prostibuli, oggi rimane solo un pallido ricordo, ma le prostitute e i transessuali ci sono ancora.
Nota : Il copyright delle immagini appartiene ai suoi rispettivi autori e/o produttori/distributori delle immagini stesse / El copyright de las imágenes pertenece a sus respectivos autores y/o productoras/distribuidoras de las mismas imagines
Le immagin di questo servizio sono state prese dai seguenti blog / Las imágenes de este servicio se han tomado de los siguientes blogs
le foto di Margaret Michaelis sono copiate da http://viejas-fotos.blogspot.com.es/2015/04/margaret-michaelis-sachs-la-fotografa_11.html
altre foto sono copiate da http://eltranvia48.blogspot.com.es/2012_04_01_archive.html
Il Barrio del Raval é l'unico posto di Barcellona dove non dovete andare...!
Avvertiva qualche tempo fa la famosa guida turistica Lonelys Planets, e a continuazione descriveva tutto quello che di marcio c'era al Raval: prostituzione, delinquenza, emarginazione, sporcizia.
Oggi molte cose sono cambiate, ma il Raval rimane ancora un quartiere a rischio, dove impera la prostituzione a cielo aperto e dove la delinquenza abbonda.
Chiamato Barrio Chino dal 1925 grazie ad un reportage di un periodista de El Escandalo, che paragonava l'emarginazione delle chinatowns delle citté del nord America, al Raval si andava per frequentare i prostibuli e le prostitute.
Per andare con una prostituta era obbligatorio passare per una delle tante cliniche di gomas y lavaje, cioé una clinica dove si compravano preservativi e dove veniva praticata una sorta di disinfestazione al pene che consisteva in un lavaggio con permanganado di sodio all'interno del pene stesso.
Alle donne, per evitare di rimanere in stato interessante, venivano fatte una inizione mensile di douginon e una di apolina chapoteaud per provocare le mestruazioni.
Clienti illustri della clinica La Japonesa, della Calle Arc del Teatre, furono Salvador Dalí, Ava Gardner, Luis Dominguin che compravano preservativi e oggetti virili di gomma.
Poi, il 3 marzo del 1956, con un Decreto Legge che obbligava la chiusura dei prostibuli, la prostituzione si espanse nelle vie, fino ad arrivare agli anni 60-70 dove tutti i locali iniziarono a chiudere i battenti, e di tutte le cliniche e prostibuli, oggi rimane solo un pallido ricordo, ma le prostitute e i transessuali ci sono ancora.
Nota : Il copyright delle immagini appartiene ai suoi rispettivi autori e/o produttori/distributori delle immagini stesse / El copyright de las imágenes pertenece a sus respectivos autores y/o productoras/distribuidoras de las mismas imagines
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